Politano e il primo gol in Champions: la missione perfetta dagli 11 metri


CONDIVIDI/SHARE

image

Per tutto il primo tempo dribbla e dribbla e dribbla, inseguendo Kvara che, però, è troppo avanti come lo era Lou Reed. Nel secondo tempo si accorge che il georgiano non è replicabile, e si accontenta di diventare il possibile rigorista del Napoli. Ci vuole coraggio per andare a calciare un rigore in Champions League, poi in Scozia con uno stadio ostile, ma soprattutto ci vuole il senso dell’avventura conradiano per andare a calciare un rigore dopo che Zielinski ne ha sbagliati due in un colpo solo, battendo anche Evaristo Beccalossi in Inter-Svolvan Bratislava del settembre 1982. È anche la prova che si può sopravvivere e rimanere nell’immaginario collettivo e finire persino nelle canzoni come capita solo a quelli bravi, diceva Gianni Mura, quindi a Zielinski spetta un cantautore polacco e una canzone di conseguenza, accadrà. Per Matteo Politano tocca lavorare ancora, o sperare che Ligabue colga il suo spirito di sacrificio e la sua voglia di andare in alto mare a calciare rigori. Il vecchio Allan McGregor, portiere dei Rangers, lo affronta con la forza delle onde, se ha parato due rigori a Zielinski perché non può parare il terzo anche a lui? Dimenticando che nella concitazione del primo, quello che gli aveva messo il pallone alle spalle era proprio Politano. Era destino, o forse un bonus per i tanti dribbling riusciti e sempre quel pensiero finale che manca all’esterno del Napoli, è sempre a un tocco dal capolavoro, a un tot dall’impresa, a un pelo dal serpeggiare e segnare. È per questo che gli angola tantissimo il tiro, quasi a piegarsi, e McGregor dimostra di saper battezzare i lati ma non sempre di poter metterci le mani. Politano angola il suo rigore all’inverosimile, piegando i desideri dei suoi slalom e l’intuito del portiere scozzese. È il gol che libera il Napoli dall’incubo rigori non li sbaglia solo Osimhen e anche dall’incubo Champions League, scatenando poi la libertà del gioco, la possibilità di segnare altri due gol con Raspadori e Ndombele. L’incompiuto Politano, sempre un gesto mancante e un dribbling di troppo diventa il centro della vittoria europea del Napoli, sale uno scalino, passa di grado e mette la squadra in una condizione ottimale per le prossime partite, quasi che tutto quello che gli era mancato fosse arrivato di colpo e con un gesto non abituale. 

 

Si ritrova in area di rigore, senza dover saltare l’uomo, cercare un compagno, crossare, o continuare a dribblare, no, ha solo il portiere davanti e la possibilità di segnare un gol che potrebbe pesare tantissimo nel prossimo mese. Se ne fa carico, forse con troppa rincorsa, ma con una precisa missione, dribblare almeno mentalmente ZieloBeccalossi, e metterla in porta, come aveva fatto prima, inutilmente, sul rigore non suo. Si può fare, e lo fa. Il resto è gioia e discesa, possibilità di mancarsi e riposarsi, giocando con una scioltezza da cavallo della regina d’Inghilterra. Sempre così corrucciato e concentrato sull’uomo da saltare, diventa epicureo in Scozia, impensabile, esce da un quadro triste ed entra in uno felice. Il rigore diventa il suo punto della trascendenza.
Improvvisamente diventa il tarantiniano Mr. Wolf che risolve problemi a Spalletti in versione Dr. House con la sua stampella che diventa una immaginaria diagonale d’intenti da seguire. Politano e i suoi numeri in eccesso si riducono a un taglio di Fontana che squarcia la porta di McGregor e apre al Napoli la dimensione della vittoria. 

From: https://www.ilmattino.it/sport/sscnapoli/rangers_napoli_marco_ciriello-6928705.html

CONDIVIDI/SHARE