Inviato a Castel Volturno
Per ottenere due, Aurelio e Maurizio, come in ogni affare degno di
questo nome, chiedono tre. Normale. Quella di ieri non è
l’inizio vero e proprio della trattativa: è solo la
presa di conoscenza delle intenzioni altrui. E quindi se Sarri ha
capito che De Laurentiis vuole a tutti i costi confermarlo alla
guida del Napoli, nonostante le critiche per la gestione della
rosa, Sarri non si è ancora espresso. Ma dovrà farlo
presto. La proposta del presidente dà il senso anche del
progetto che il club ha in mente: se si arriva a offrire 3,5
milioni di euro a stagione (più bonus e più eventuale
rilancio) è ovvio che non si tratta di un Napoli che
avrà ambizioni di poco conto nel futuro. Che senso avrebbe
spendere così tanto per trattenere un tecnico per poi avere
obiettivi di basso cabotaggio?
È evidente che in una trattativa, tutti cercano di portar
acqua al proprio mulino. Prepariamoci, insomma, a vivere altre ore
(magari giorni) di passione e tensione. Non è una
novità, con Sarri. Anche il suo rinnovo nel 2016 è
sempre stato ruvido, poi morbido alla stretta finale. Il tecnico ha
una clausola liberatoria da 8 milioni che va esercitata entro il 31
maggio (e pagata entro il 10 giugno). Ovvio, ci vuole il placet del
tecnico perché ci sia chi la paghi. Gli unici che hanno dato
una disponibilità a muoversi in questa direzione sono stati
gli inglesi del Chelsea. Che però attendono sabato
l’esito della finale di Fa Cup (la Coppa d’Inghilterra che
però lì non è una coppetta come da noi ma vale
quasi quanto la Premier) per capire se tagliare o meno la testa di
Antonio Conte. Mozzarla costerebbe ad Abramovich circa 22 milioni
di euro tra penali e altro. Insomma, soldi veri anche per
l’oligarca russo.
Il Chelsea lo tenta, vero. Ma Sarri ha dei dubbi che lo frenano: i
Blues vogliono un manager, non solo un allenatore. Sarri si sente
solo uomo di campo. E basta. Da qui i tentennamenti. Ma nelle
ultime ore anche il Tottenham, che rischia di perdere Pochettino,
ha chiesto informazioni sul toscano. C’è lo zampino di
Franco Baldini amico di Sarri ma anche di Pellegrini,
l’agente-amico che spazia le sue relazioni tra Ramadani e
Mendes, i potenti uomini di affari del calcio europeo. La Premier
è il top e Sarri ne è affascinato. Mentre non
è mai rimasto colpito dalle lusinghe provenienti dal Monaco.
Tanto meno dalla Zenit. Tutti lo cercano in Europa. Sono stati
almeno 12 i club che negli ultimi 4 mesi hanno chiesto informazioni
sul tecnico di Figline. In Italia l’unica opzione che potrebbe
aprirsi riguarda il Milan se, un motivo o un altro, venisse messo
da parte Gattuso. Senza permanenza in azzurro, Sarri potrebbe anche
fermarsi. Non è detto infatti che vada su un’altra
panchina subito. Difficile ipotizzare le dimissioni (anche se
restano un’opzione), più semplice in caso di mancata
intesa una risoluzione consensuale. Non avrebbe senso trattenere
l’allenatore se mostrasse dubbi, perplessità sul
progetto tecnico della società. Senza obiettivi condivisi,
inutile andare avanti. E attenzione, questo è anche il
pensiero di De Laurentiis.
From: Il Mattino.