Il primo gol mondiale del Belgio porta la sua firma. E che gol. Un destro al volo di rara bellezza che per un attimo ha fermato tutti gli orologi della Russia, e non solo. Ma alla vigilia della gara degli quarti di finale contro il Brasile (oggi alle 20 a Kazan), Dries Mertens vive nel dubbio della sua presenza o meno nell’undici titolare di Martinez. Una conseguenza logica di quanto accaduto nel match per cuori forti degli ottavi contro il Giappone. Con il Belgio sotto di due gol e con il morale sotto i tacchetti, il ct ha pescato il doppio jolly dalla panchina. Dentro Fellaini e Chadli, fuori Carrasco e proprio Mertens. Nel giro di 20’ sono cambiate le sorti della partita e del cammino mondiale del Belgio, e le firme del passaggio del turno le hanno messe proprio i due entrati dalla panchina.
LA RIVINCITA
Sulla scia di quanto accaduto contro il Giappone, allora, più di un dubbio avvolge il quarto di finale di Dries Mertens. La sua presenza dal primo minuto non è poi una certezza assoluta come prima della partenza per la Russia quando sembrava che il sistema di gioco belga fosse incentrato sulla fantasia sua unita a quella di Hazard. Il numero 10 e capitano non risente della sindrome da posto incerto perché lui contro il Giappone è stato messo a referto per l’assist del gol di Fellaini e sulle sue spalle poseranno ancora le speranze di tutta nazione, piccola sì, ma con un talento saggiamente ripartito in ogni zona del campo.
COME IN GERMANIA
Ma il Belgio può fare affidamento anche a qualcuno fuori dal rettangolo verde. Perché il primo assistente del ct Martinez è un certo Thierry Henry. L’ex attaccante francese – oggi passato dall’altra parte del barricata – ha un passato niente male contro il Brasile. Il suo ultimo gol in un Mondiale è datato 1 luglio 2006: si giocava a Francoforte e in palio c’erano le semifinali del mondiale tedesco. Proprio come adesso: Henry contro il Brasile ai quarti di una Coppa del Mondo. E il francese spera che anche questa volta gli possa andare bene, magari non con un gol, ma suggerendo a Martinez la mossa giusta per fare scacco matto ai verdeoro.
LE SELEÇAO
Dall’altra parte ovviamente c’è il Brasile, che ha visto cadere Germania, Spagna, Portogallo e Argentina come fossero i dieci piccoli indiani e ora si vede tutti i riflettori puntati come unico indiziato del delitto perfetto. Tite ha trovato la quadratura del cerchio magico delle sue stelle. Una via lattea che posta sistematicamente al gol. Non a caso la sua è l’unica nazionale ad aver vinto gli ottavi con più di un gol di scarto e senza la necessità di supplementari e rigori. Neymar è l’ultimo campione rimasto in corsa tra quelli più attesi, Willian ha trovato l’interruttore perduto nelle scarpette e ha iniziato ad accendere la luce lì davanti e come se non bastasse Gabriel Jesus ha una voglia matta di sbloccarsi.
From: Il Mattino.