Tempestivo e opportuno gesto del presidente della Figc, Gravina, che ha graziato Lukaku – espulso e squalificato dopo la reazione ai cori razzisti della Curva juventina, che peraltro sarà aperta in occasione della gara col Napoli perché è stato accolto il ricorso del club bianconero – e ha annullato il provvedimento di sospensione dell’attaccante per una giornata. Le battaglie si combattono andando anche contro i regolamenti ed è quello che auspichiamo sia finalmente fatto anche per i cosiddetti cori di discriminazione territoriale che prevalentemente colpiscono Napoli e i napoletani quando il Napoli gioca in quasi tutti gli stadi. Sì, non soltanto quelli del Nord, perché i cori anti-Napoli li abbiamo ascoltati a suo tempo anche a Bari, dove guarda caso il calcio è stato salvato cinque anni fa dal patron azzurro De Laurentiis.
Le attuali norme mettono in condizione il giudice di non andare oltre la multarella di 10mila euro o, nei casi più gravi, della chiusura di un settore dello stadio con la sospensiva, cioè non una chiusura immediata. A inizio febbraio, a La Spezia, è accaduto qualcosa di orrendo: è stato insultato un morto, Diego Armando Maradona, oltre alla città di Napoli, ed è scattata la solita blanda ammenda. Una vergogna che si è aggiunta alla vergogna perché i morti bisognerebbe lasciarli in pace.
Il presidente Gravina è un uomo del Sud, certamente sensibile a certi argomenti. I tempi e le procedure della giustizia sportiva sono in discussione per il caso-Juventus ma si pensi anche a questo problema, a interventi più forti per stroncare il razzismo territoriale.
Ps: in certi casi, un po’ retoricamente, diventiamo tutti Lukaku così come anni fa fummo tutti Koulibaly. Nel dicembre 2018 – dopo che Kalidou venne espulso da Mazzoleni perché gli aveva mancato di rispetto (un applauso ironico) senza che l’arbitro si rendesse conto che si trattava della reazione di un uomo ferito dagli insulti razzisti che parte della tifoseria dell’Inter gli stava scaricando al Meazza – il difensore del Napoli venne squalificato per 2 giornate. All’epoca vi fu tanta indignazione ma nessun atto di grazia.