Tonico, aggressivo, volitivo ma per troppo poco: la Roma pressa con continuità, poi perde il posizionamento e l’aggressività, si fa pressare alto e la gara cambia ritmo. Poi Fonseca mette in difficoltà il gioco azzurro dando pressione ai portatori di palle e la luce del Napoli come si è accesa si spegne. Per troppo poco tempo il Napoli si sorregge sul gioco: troppe sbandature in fase difensiva, troppe amnesie, anche dei centrocampisti e di quelli che di solito danno una mano. Sette punti in meno rispetto a un anno fa, non c’era una partenza così brutta dal secondo anno di Benitez. Le distanze dala zona Champions sono tanti. Ora c’è il Salisburgo, probabilmente la gara più importante di questo avvio di stagione.
7,5 MERET
Sul primo gol non può molto, quando può, come su Kolarov al 23′, mostra la sua è bravo. E poi si supera sul rigore di Kolarov ed è la scintilla che accende il Napoli; su quello di Veretout indovina l’angolo ma non l’altezza, sfiora solo. Risponde in modo straordinario all’errore contro l’Atalanta. Sempre su Veretout tiene vive le speranze degli azzurri
6,5 DI LORENZO
Ha l’occasione d’oro ma Smalling salva sulla linea: la Roma sfonda poco, anche nella prima parte di gara. Neutralizza Kluivert, stringendo gli spazi all’olandese che, nel primo tempo, praticamente non si vede. Anche nella ripresa non perde gli ormeggi e dalle sue parti è sempre complesso passare. Bene anche in impostazione.
5,5 MANOLAS
Ogni palla, una sonora fischiata. Destino degli ex troppo amati. Ha tanta personalità: non sbaglia tanto, va corpo a corpo su Dzeko perdendo raramente un duello. Costretto a difendere molto in area, esce con i tempi giusti più volte ma altre volte sbanda. Non è possibile che a ogni pausa, arrivi un’occasione per gli avversari.
5 KOULIBALY
Spezza più volte la linea, cerca di salire nella ricerca dell’anticipo costante. Operazione non sempre riuscita con i tempi giusti, ma non commette sbavature particolari, anche se i suoi rinvii sono troppo spesso spericolati. Salva il potenziale 3-0 su Kluivert, con un intervento disperato. Non ha quella sicurezza di una volta.
5,5 MARIO RUI
Una gara di grande sofferenza. Pochi spunti interessanti nel dialogo con Insigne: nella sua zona, non solo per sua responsabilità, la Roma nei primi 25 minuti sfonda. Il primo gol giallorosso nasce dalla possibilità di Dzeko di giostrare e salire nella sua zona, con il portoghese lasciato solo in un difficile duello fisico. Sul rigore il braccio non è che può tagliarlo.
5 CALLEJON
Sorprendente il tocco col braccio, di una ingenuità unica, che dà il via alla capitolazione degli azzurri: 10 passaggi in 58 minuti, un solo vero guizzo chiave, una speranza racchiusa in una conclusione poco pericolosa per una prova non sufficiente. Fa sempre una certa sensazione vederlo calarsi nell’anonimato. Così, certo, non serve a tanto.
6,5 ZIELINSKI
Molto dinamico: primo tempo positivo, guida il desiderio del Napoli di rimonta con un palo che grida vendetta, tanto campo guadagnato palla al piede, qualche ottima verticalizzazione. Salta lo schermo di Pastore prima e di Veretout poi per cercare la giocata: schema saltato nel secondo tempo, dove il suo rendimento resta stabile
5 FABIAN RUIZ
Gara strana, quasi assente. Lo spagnolo soffre il baricentro basso, spesso fuori dal gioco, non riesce a esprimersi con un massiccio lavoro di interdizione che lo inchioda in zone di campo poco adatte al suo calcio. Nessuna giocata degna di nota, tanto lavoro oscuro che non gli permette di guadagnare la sufficienza
5 INSIGNE
Tanta voglia, qualche buona giocata e poco altro. D’altronde, parte davvero da lontano. Buono il dialogo con Mertens nella seconda parte del primo tempo, produce diversi spunti degli di attenzione. Inoltre, riesce più volte a puntare con successo Spinazzola in quel frangente di gara. Nella ripresa, però, si spegne la luce.
6,5 MILIK
Segna ancora, in una gara dove coglie l’ennesimo palo, con un colpo di testa. Non è fortunato che poi non è questione di poco conto per uno che fa l’attaccante. Trova la rete della speranza nella ripresa su assist di Lozano, si muove molto ed è, comunque, uno dei migliori degli azzurri per qualità ed intensità.
5 MERTENS
Cerca la giocata, fa da raccordo tra gli esterni e la punta, si fa trovare come scarico per la fase offensiva, in una sorta di ruolo di trequartista aggiunto oltre che di seconda punta. Molto movimento, tre passaggi chiave in 65 minuti giocati, ma anche nessuna conclusione pericolosa. Il che non è un buon segnale per chi fa affidamento sui suoi gol
6 LOZANO
Dinamico. Entra provando diverse giocate, decisivo nell’azione del gol azzurro, con uno scatto bruciante su Kolarov e un pallone al centro che Milik riesce a mettere dentro. Dimostra che esterno alto a destra riesce ad avere un indice di pericolosità molto alto. Gli manca lo spunto per arrivare al tiro, ma è sempre al centro di ogni cosa
5,5 LLORENTE
Si vede poco, sovrastato costantemente dalla fisicità dei centrali giallorossi anche se non pecca sicuramente nella volontà e nell’impegno. Solo una sponda vera per una conclusione di Zielinski nel primo minuto di recupero e procura l’espulsione di Cetin che non serve a cambiare il match ma solo a regalare un finale col cuore in gola.
5 YOUNES
Irritante in quei minuti finali. Non fa che mettere la testa sotto e provare a saltare l’uomo. Partendo dalla propria metà campo. Ne combina più di Bertoldo e sembra ogni volta che giochi solo per se stesso. Di sicuro non è in grado di dare aggressività anche perché quando la palla ce l’hanno gli altri difficile contare sul suo sostegno difensivo
5 ANCELOTTI
In panchina c’è Davide, perché la prima sconfitta di Carletto è in mattinata. E no, venti minuti di buon calcio non possono bastare. A meno che non segni 4 gol in quei venti minuti. Ma il Napoli non lo fa, nonostante le occasioni gigantesche che crea e i due pali colpiti nella medesima azione. Gli azzurri approcciano i due tempi in maniera sballata, sembrano patire una specie di stordimento, come se fossero avviluppati da fili invisibili. Certo, recriminano per quel finale di tempo. Ma le grandi squadre non piangono per i gol falliti. E ci si deve interrogare della fragilità difensiva.