«Vivevo in un piccolo centro dove tutti i miei amici giocavano a calcio e, pur avendo un padre ciclista, sono andato in quella direzione». Il campionato si ferma ma non si ferma il lavoro di Maurizio Sarri, intervistato dalle telecamere di Chelsea Tv. «Quando ero studente giocavo a calcio tutti i giorni. Mi divertivano anche il basket, la pallavolo, ma il calcio era la priorità. La prima partita vista? È stata con mio padre, era un Fiorentina-Napoli. Mio padre sapeva molto bene che ero un tifoso della città in cui sono nato e mi portò allo stadio di Firenze che era vicino casa nostra per vedere il Napoli».
«Primo idolo calcistico? All’epoca il simbolo del Napoli era Antonio Juliano. Era un centrocampista e l’unico napoletano che giocava per quella squadra», ha continuato il toscano. «A volte sono andato a vedere il Napoli giocare in Europa. Ricordo molto bene la gara contro contro il Real Madrid con il gol di Butragueno. A quei tempi non studiavo troppo la tattica. Ho iniziato a vedere il calcio in un altro modo solo con l’arrivo di Arrigo Sacchi al Milan. Con lui ho apprezzato anche il lavoro tattico che c’era in ogni squadra».
Dalla tv al campo. «Ho cominciato ad allenare con lo Stia perché ero amico del capitano, poi ho capito che mi piaceva davvero allenare. Ho continuaro a lavorare in banca e poi ho scelto la panchina», ha detto Sarri. «Ho consociuto il calcio inglese già da ragazzo quando sono venuto a studiare qui e mi ha sempre affascinato. Tatticamente la Serie A è complicata, qui c’è un’altra velocità, un’altra intensità. Sono felice di essere in Premier, l’atmosfera è fantastica e tutto è competitivo. Mi diverto anche quando non vinciamo. Altre passioni? Mi piace leggere ed uscire con il mio cane. Ma prima di tutto viene il calcio, quella è la mia passione prima ancora che il mio lavoro».
From: Il Mattino.