Ecco il «Comandante» con il suo completo blu e la
cravatta abbinata a tono che quasi non lo si riconosce più.
Via la tuta, nel suo destino c’è Torino, la Juventus,
l’incarnazione del potere nel mondo del pallone. Eppure
Maurizio Sarri non mai ha nascosto la sua ideologia contrapponendo
la «bellezza delle idee» e l’organizzazione al
«padrone» che detiene «il capitale».
Antiche terminologie su cui è stato costruito il manifesto
del sarrismo, termine confluito tra i neologismi della Treccani.
Un’ideologia a cui lo stesso mister mai si è sottratto:
«Con diciotto uomini disse Sarri in un giorno di novembre –
si può fare un colpo di Stato e prendere il potere».
È con quelle parole che il mister divenne per sempre non
più soltanto un allenatore, ma anche icona di una sinistra
ancorata al secolo 900 e che forse non c’è
più.
L’ICONA
Lui, Maurizio, figlio di un operaio dell’Italsider di Bagnoli,
ha costruito sulla sua vicinanza ideologica ai principi del
comunismo, un personaggio che va ben oltre il rettangolo del campo
di gioco. Del resto, non è un mistero, prima che Sarri
approdasse al Napoli, anche Silvio Berlusconi aveva pensato di
portarlo nel suo Milan. Il Cavaliere se ne innamorò
calcisticamente, ma poi per quelle idee integraliste fuori dal
campo decise di non prenderlo più. «È solo
calcio precisa Enzo Cuomo, ex senatore del Pd, oggi sindaco di
Portici e tifoso azzurro incallito ma il percorso di Sarri non
è poi distante da quello di una sinistra che, troppo spesso
incapace di interpretare le trasformazioni all’interno della
società, finisce per copiare altri modelli». Da Renzi
che si è spostato fin troppo al centro, a Minniti che ha
finito per inseguire la Lega sul terreno del fenomeno dei flussi
migratori.
I SARRISTI
Chi sul personaggio di Sarri, divertendo e divertendosi molto, ci
ha costruito un immaginario, è certamente il giornalista
Sandro Ruotolo, portavoce del fenomeno «Sarrismo gioia e
rivoluzione». Incredulo Ruotolo che il mister abbia deciso di
tradire sé stesso. «È un po’ la metafora
della sinistra che ha abbandonato le periferie: invece di andare a
Tor Bella Monaca, si è trasferita ai Parioli. Ed è
così che ha perso, magari alla Juve pure Sarri fa la stessa
fine». C’è chi invece rifugge dalla metafora del
mister comunista come Fabrizio d’Esposito, firma del Fatto
Quotidiano e fondatore del sito cult Il Napolista. «Gli
uomini di sinistra governano il popolo e indicano una direzione
dice d’Esposito ma Sarri è un populista che invece ha
cavalcato i voleri della piazza. Mi dà più l’idea
di un grillino che va al potere e se ne innamora, una sorta di Di
Maio».
From: Il Mattino.