Un gioco all’italiana, un classico. Il pallone la Lega lo ha gettato nell’altra met campo, dove ci sono il governo e anche il Coni. Perch ieri tutti assieme, di nuovo appassionatamente, i 20 presidenti riuniti in assemblea hanno votato per la ripresa del campionato: ma a condizione che a decidere siano il premier Conte e il ministro Spadafora. Ed eventualmente anche il numero uno dello sport italiano Malag. Oggi c’ il supervertice in cui Spadafora, che il 16 aprile per primo aveva parlato della data del 4 maggio per la ripresa degli allenamenti a porte chiuse, dovr dire al calcio cosa fare. Ovvero se ha cambiato idea. Le strade sono tre. Potrebbe – ma non lo far – decretare la fine della stagione. In seconda ipotesi, autorizzare l’inizio degli allenamenti, sia pure secondo le cautele del protocollo sanitario della Figc ma stabilendo che per ricominciare il campionato ci sar bisogno di una nuova ulteriore autorizzazione. Infine, terza opzione, spiegare che prematuro riaprire gi il 4 maggio agli allenamenti per gli sport di squadra. Ipotesi, che di fatto, chiuderebbe la stagione perch impedirebbe di tornare in campo per la fine di maggio. In tempo utile per concludere la serie A nei primi giorni di luglio.
Non è che Cellino e Cairo hanno improvvisamente cambiato idea votando con De Laurentiis e Lotito. È chiaro che serve un documento formale per cautelarsi da qualsiasi azione legale delle tv, che potrebbero decidere di non pagare l’ultimo bimestre (175 milioni circa). Oltre a Sky e Dazn, c’è pure la rata di Img che gestisce i diritti della serie A per l’estero. Ecco, scaltramente, le società hanno dato la propria disponibilità a scendere in campo. Se sarà il governo a fermarli, i presidenti non potranno che prenderne atto e le tv avrebbero poche chance (forse zero) di evitare il pagamento di quanto concordato. Al momento il clima è sereno anche se la Lega ha respinto la prima richiesta di dilazione. Da Sky sottolineano che «la lettera inviata si inserisce nel solco del dialogo costruttivo con la Lega, che continuerà alla ricerca di una soluzione reciprocamente utile in vista delle prossime scadenze». Però lo stop al campionato aprirebbe un fronte che i presidenti hanno già in mente: il taglio degli stipendi, dal 20% al 30% per cento, consentirebbe il prossimo anno di offrire sconti importanti alle pay tv. Senza dimenticare che ballano ancora i diritti per il prossimo triennio. Insomma, non vale la pena, proprio adesso, andare alla rottura.
Il fronte dei dubbiosi sulla ripresa del campionato, in ogni caso, va ben al di là degli otto club che hanno firmato il documento lunedì. Non solo per gli aspetti contrattualistici (la Fifa potrebbe risolvere tutti i dilemmi) ma soprattutto per quelli di ordine sanitario: i medici non vogliono accollarsi le responsabilità (anche civili) se qualcosa dovesse andare storto durante il ritiro chiuso o quando si tornerà in campo. In caso di positività, di chi la colpa? L’ipotesi è quella di una liberatoria da far firmare prima dell’inizio del raduno, ma è strada complicata. I giocatori sono preoccupati: troppe lacune, troppi si raccomanda e si suggerisce. D’altronde, quante squadre sarebbero in grado di mettere in opera il famoso protocollo di ripresa?
È meglio che la serie A si prepari ad un piano B, come suggerisce Malagò, perché la questione è senza dubbio complessa. Dunque, se non si riprende? Pacifico, lo scudetto non sarebbe assegnato. Per le coppe europee, ci sono invece diverse correnti di pensiero. Ma la cosa molto probabile è che tocchi all’Uefa decidere. E a quel punto Ceferin lo farebbe in base al ranking: in questo caso in Champions andrebbero Juventus (n.5 nel ranking), Roma (n.15), Napoli (n.16) e Lazio (n.36). Nessuna retrocessione e ipotesi serie A a 22 squadre (con 5 retrocessioni nella stagione 20-21), per la gioia del Benevento. Anche se Cellino ha avanzato l’ipotesi (bocciata) di far restare in B i campani un’altra stagione, ma con un bonus punti (i 22 accumulati). Follia. La serie C e la serie D non ripartiranno perché se Spadafora ha dubbi per la A figurarsi per le serie minori. Avvocati di molti club mobilitati ed estate al Tar. Tutti a litigare. E sarebbe il segnale che il peggio è passato.