Parafrasando un vecchio film, si potrebbe pensare che le vie del destino siano infinite. Sicuramente strano il destino di Quique Setién e di Rino Gattuso, allenatori che poche settimane fa nemmeno immaginavano a cosa sarebbero andati incontro. Dal Milan al Napoli, dal Betis addirittura al Barcellona, due uomini con diversi trascorsi e con percorsi diversi che ora sono attesi al palcoscenico più difficile quanto inaspettato: quello della Champions League.
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Non sarebbe nulla di nuovo per Rino, in realtà, se non fosse che quella Coppa l’ha giocata – e vinta – ma solo da calciatore. Nella sua pur giovane carriera da allenatore si era fermato all’Europa League. Proprio lì il ricordo più amaro che coinvolge anche Setién: i due, che si troveranno faccia a faccia tra febbraio e marzo per gli ottavi di finale, si sono già affrontati al secondo piano delle competizioni europee un anno fa, con la volpe spagnola abile a rifilare il benservito al più giovane collega tra andata e ritorno.
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Setién ama Klopp, segue Sarri, ha studiato Guardiola di cui oggi occupa la panchina più famosa. Così la passata stagione fece fuori i rossoneri: a San Siro il Betis vinse 2-1, al ritorno del Benito Villamarin finì invece in parità 1-1. Gli spagnoli chiusero il girone al primo posto tra gli applausi, il Milan finì terzo ed eliminato. Gattuso, un anno più tardi, potrebbe provare la rivincita più gustosa, con nulla da perdere e un ruolino di marcia da invertire. Eliminare il Barcellona potrebbe essere il suo primo vero capolavoro in panchina: una spallata a Setién che nemmeno pensava di incontrare più.