Dopo la grande notte vissuta al Maradona, Giovanni Simeone si racconta ai microfoni di Espn Argentina. «Vivo sempre nel presente con molta fiducia. Sono convinto che con il lavoro si può arrivare dovunque. Fin da bambino seguivo tanto la Champions League, volevo giocarla, avevo tanta voglia di giocarla. È passato tanto tempo, ma ci sono riuscito» ha raccontato «L’azione? Seguivo Kvaratskhelia sulla sinistra, sapevo che dovevo restare lì in area. Ho pensato: se ora me la dà, faccio gol. Ed è stato così».
«Maradona? È incredibile perché qui a Napoli c’è gente che quando lo nomini si fa il segno della croce. Come fosse Dio» ha spiegato l’attaccante azzurro. «Se sostieni in un altro club, non vedi cose del genere. Per noi argentini è normale, ma che un popolo così grande, così importante, lo tenga ancora tanto in considerazione è emozionante, così com’è stato emozionante segnare nello stadio che porta il suo nome in una partita contro una squadra forte come il Liverpool. Incontrare l’Atletico in Champions? Magari! Napoli e Atletico sono due grandi club che giocano un gran calcio. Se deve succedere, succederà».