Sono passati oltre 12 anni da quel giorno di autunno del 2009, quando nell’aula magna di Coverciano l’allora ct della Russia, Fabio Capello, fece una denuncia forte: «Il calcio italiano è mano agli ultrà». Verità sacrosanta e troppo deboli sono stati finora i provvedimenti per spezzare il “patto” malvagio tra i club e le frange estremiste delle curve, dove spesso vi sono elementi della criminalità organizzata, politicizzata o meno.
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