Un altro successo della Fiorentina in trasferta, il terzo consecutivo, ma arrivato dopo una partita di grande sofferenza come forse quest’anno mai era successo. Vlahovic ha firmato la vittoria trasformando il terzo rigore in sei gare (in totale quattro centri fino a ora). Per la prima volta in campionato la squadra di Italiano ha chiuso senza beccare gol. L’Udinese ha giocato un bel secondo tempo dopo che nel primo aveva atteso la proposta di gioco dei viola. Ha trovato sulla sua strada un grande Dragowski che si è prodotto in tre parate decisive. Per i friulani terza sconfitta consecutiva. I viola sono in zona Champions, era dai tempi di Sousa (2015-16) che non partivano così forte.
Udinese-Fiorentina 1-0, la cronaca del match
È stato il Var a trovare un fallo di Wallace su Bonaventura: calcio di rigore e centro di Vlahovic. Dopo un quarto d’ora i viola si sono trovati in vantaggio e hanno continuato a tenere il campo rispetto ad un’Udinese imperniata su un atteggiamento di attesa. Solo una sgassata di Deulofeu ha messo preoccupazione ai viola: Quarta lo ha contrastato con una spallata, i friulani hanno reclamato, ma l’azione era regolare. Il primo tempo si è chiuso con un bel cross di Odriozola sul quale Vlahovic è arrivato con un attimo di ritardo.
Nella ripresa Gotti ha ribaltato la squadra, con tanti cambi e passando al 4-2-3-1. I viola che avevano avuto due giorni in più di riposo rispetto all’Udinese sono sembrati però più stanchi. Non sono più ripartiti. Gli uomini di Gotti hanno attaccato e creato occasioni: Dragowski ha detto di no prima a Beto, poi a Makengo e infine a Deulofeu. In questo monologo solo un tentativo di Saponara, deviato da Silvestri, ha interrotto l’assedio bianconero. Italiano ha capito che il quadro era difficile e così si è difeso con tre centrali e due terzini. Non si è vergognato di tradire il suo gioco offensivo pur di portar a casa un risultato molto importante. E così è stato. L’Udinese può ripartire da questo secondo tempo, mentre i viola domenica affronteranno al Franchi il Napoli di Spalletti. Non proprio un pic-nic.