Un anno dopo il passaggio alla Juve a Napoli si può dire: Higuain chi?


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Gonzalo Higua (Giuda) in
un anno dopo

Un anno dopo il passaggio alla Juve a Napoli si può dire: Higuain chi?

Higuain. Higuain chi? È già passato un anno ma non è un inferno che brucia l’anima. Sabato 23 luglio 2016 la notizia scosse il popolo napoletano: Gonzalo Higuain, quello dei 36 gol nel campionato trionfalmente concluso con la qualificazione in Champions League, venduto alla Juve. Nei giorni precedenti c’erano stati segnali contraddittori. Il Pipita aveva fatto capire ad alcuni compagni che stava per raggiungere il ritiro di Dimaro, però quei whatsapp partivano da Madrid, dove l’argentino si era rifugiato in attesa delle visite mediche per il futuro club.

Lo fece su consiglio della Juve, che in questi giorni – dicono i maliziosi – potrebbe aver suggerito a Bernardeschi di presentare un certificato medico per non allenarsi con la Fiorentina fino alla chiusura della trattativa. Si infiammò Napoli, quel sabato di luglio. Scritte contro Higuain, le sue maglie numero 9 bruciate o buttate nei cestini della spazzatura. L’onda lunga di quella rabbia sarebbe stata violentissima a inizio aprile, quando il Pipita giocò con la Juve due partite in quattro giorni a Fuorigrotta. Fischiato dai sessantamila per 180’, lui reagì soltanto nei confronti di De Laurentiis: un gesto e tre parole («Es tu colpa») dopo il primo di due gol a Reina. Di quella rabbia niente è rimasto dopo un anno. Higuain ha vinto lo scudetto con la Juve ma ha perso la Champions, destino pressoché scontato visto che le grandi finali della sua carriera non le ha mai vinte.

Si prepara con i bianconeri per difendere il tricolore e vincerne un altro, magari tentare un altro assalto alla coppa più prestigiosa. Ma da tempo l’amarezza per la partenza, peraltro compensata dal versamento di 90 milioni nelle casse sociali che hanno consentito al Napoli di completare l’organico, è sfumata. I tifosi hanno continuato ad appassionarsi al gioco e ai risultati degli azzurri mentre il tecnico ha trovato la più felice delle ispirazioni quando si è infortunato il bomber Milik: ha schierato Mertens nel ruolo di centravanti e Dries è arrivato secondo nella classifica cannonieri, segnando un gol in meno di Dzeko e due in più di Higuain. Nessuno dei calciatori azzurri ha voluto la numero 9 appartenuta a quell’attaccante apostrofato con toni aspri e ironici – Giudain il soprannome più diffuso – e non è stato un problema perché non è da un numero che si riconosce un calciatore (e un uomo) vero.
From: Il Mattino

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