C’è una nazionale che non attrae sponsor milionari e non fa il pieno di ascolti nelle prime serate tv. E non fa attività internazionale perché viene messa in piedi per l’occasione. Eppure quando c’è da portare a casa una medaglia per l’Italia risponde spesso presente: è la rappresentativa universitaria di calcio. Ne fanno parte soprattutto giocatori che militano nelle serie minori, tanta serie C, qualche dilettante di belle speranze, ma anche giovani prospetti non ancora sbocciati che hanno già all’attivo alcuni campionati di serie B o qualche minuto in A. Questa rappresentativa sgobba e suda da circa un mese per rappresentare al meglio l’Italia del calcio alle prossime Universiadi di Napoli. La allena Daniele Arrigoni, un passato da arcigno difensore in serie A con le maglie di Udinese e Cesena prima della carriera da allenatore sulle panchine di Cagliari e Bologna tra le altre. Ieri – nel centro sportivo di Novarello – si è concluso il secondo stage di tre previsti prima del ritiro di una settimana che si terrà a giugno. «È stato molto utile – spiega Arrigoni all’Ansa – ho avuto indicazioni importanti dai ragazzi. Abbiamo svolto anche la prima partitella amichevole (con la Caratese, squadra che milita tra i Dilettanti, 0-1 il risultato finale). E al di là del risultato sono soddisfatto della prestazione. I miei ragazzi si sono conosciuti solo il giorno prima e non avevano mai giocato assieme. Abbiamo creato diverse palle gol che non abbiamo concretizzato, ma per ora va bene così».
Arrigoni ha dovuto fare a meno dei calciatori di Padova e Monza per gli impegni di campionato e Coppa Italia con le rispettive squadre (tra gli altri il portiere Favaro e il difensore Ravanelli) e anche della stellina Morosini, il trequartista del Brescia che non ha potuto rispondere presente alla convocazione ma che quasi certamente farà parte della rosa dei 20 che ha in mente Arrigoni: «Ma non dite che c’è solo lui di bravo – ammonisce – ne ho diversi in gamba. Io penso di portarlo, così come mi piacerebbe avere a disposizione l’attaccante Palombi del Lecce, un altro che in B sta facendo bene». Da scartare invece innesti a sorpresa dalla categoria superiore. «In serie A ci sarebbero Chiesa e Meret, ma saranno impegnati con l’Under 21, impossibile averli. Ma sono convinto che andremo a Napoli con una buona squadra. E non solo per fare bella figura, veniamo per vincere. Tra l’altro Morosini e Berra (Pro Vercelli) sanno come si fa perché loro facevano parte della squadra che vinse l’oro nel 2015 in Corea». E occhi puntati anche sul più giovane della truppa, il 2000 Galeandro (Albinoleffe). Di lui si dice un gran bene.
Le rivali non staranno a guardare: «Certo – sottolinea il ct azzurro – Brasile e Argentina sono il top del calcio. Ma il passato di questo torneo dice che i nomi contano relativamente. Occhio allora alle squadre asiatiche, loro si preparano da due anni con stage lunghissimi. Il Giappone, poi, è campione uscente». Ora la nazionale di Arrigoni si ritroverà il 14 e 15 maggio, sempre a Novarello. «Ma io – dice il ct che è coadiuvato dall’ex Lazio Gigi Corino – ho chiesto di fare un quarto stage a fine maggio. Da quell’appuntamento vorrei uscire con la lista dei 22 da cui selezionare i 20 che verranno a Napoli passando per il ritiro che faremo dal 20 al 27 giugno, a pochi giorni dalla competizione. Ho accettato con grande entusiasmo, considero le Universiadi un evento straordinario. E sono convinto che in manifestazioni del genere, una rarità nella carriera di uno sportivo, le motivazioni siano tutto. Io non vedo l’ora di entrare in campo. Ed è il motivo per cui non porterò chi non avrà lo spirito giusto. A Napoli – conclude – voglio solo gente convinta»
From: Il Mattino.