Valzer di panchine in Europa ma Sarri aspetta il «suo» Napoli


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C’è una paroletta magica, una parola d’ordine,
cinque lettere, due sillabe: resta. È sulla bocca di tutti,
presidenti, allenatori, giocatori, tifosi, è la coperta di
Linus che rassicura e conforta. Allegri? Tranquilli, resta. Sarri?
Resta, ci mancherebbe. Emery? Nessun problema, resta. Conte? Resta
qui, ha il contratto. Da ieri anche Rafa Benitez è nella
lista: resta qui, perché dovrebbe lasciare il
Newcastle?

Dietro i resta, va però letto il sottotitolo, la frase
implicita. Tipo: a meno che… Le varianti sono parecchie: è
chiaro che nessuno crede davvero al resta, ma questo non si
può dire fino a prova contraria. Nel caotico calcio dei
giorni nostri, l’apoteosi del resta fu proprio di Antonio Conte
che lasciò la Juventus poche ore prima della partenza del
ritiro dando il via libera all’era di Max Allegri. Si va verso
un’estate che sarà caratterizzata dal gran valzer delle
panchine, perché anche Zidane non dovesse riuscire a vincere
la Champions nonostante quell’E.T. di CR7 sicuro non vivrebbe
giornate serene, visto che la Liga è nella mani del
Barcellona (solo Valverde pare sicuro al 100 per cento di
restarsene lì). Già, ma la stampa spagnola è
sicura che Luis Enrique potrebbe partire per Londra, per prendere
il posto sulla panchina del Chelsea del solito maramaldeggiato
Conte che potrebbe tornare in Italia (per fare il ct, magari) o
andare a Parigi a leccare le ferite a Neymar e soci.

È un bel rebus, non c’è che dire. Gattuso nel
frattempo si è preso il Milan firmando un contratto fino al
2021: passerà da uno stipendio di 120mila euro a uno di 2
milioni di euro. Immaginate la reazione di Maurizio Sarri, anche
lui nella categoria dei resta a prescindere: spinge per un aumento
dello stipendio (guadagna 1,4 milioni di euro, ora pure Gattuso ne
prende di più) ma De Laurentiis non dice no all’idea di
un aumento ma frena (e pare, non poco) sulle dimensioni del
ritocchino. Non c’è aria di divorzio ma nemmeno di
sì al prolungamento o alla cancellazione di quella clausola
rescissoria da 8 milioni che penderà sul capo del club fino
al 31 maggio. C’è qualche nuvola nel cielo azzurro, ma
questo non vuole dire che scoppierà un temporale. A maggio
si capirà. Intanto, ecco il Monaco e l’Atletico Madrid
cominciare a mostrare interessamento. Ma anche lo Zenit di San
Pietroburgo e il Galatasaray. E perché no? Anche il Chelsea
e il Tottenham dove Pochettino rischia qualcosina nonostante il
quarto posto e la qualificazione in Champions. Sicuro del posto
è José Mourinho che ha appena rinnovato nonostante lo
United non faccia fare grandi salti di gioia.

From: Il Mattino.

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