C’ il piano B, nel caso in cui si dovesse continuare a giocare anche nel prossimo week end contro ogni aspettativa e a dispetto dei richiami del governo e dell’Associazione calciatori: il Napoli pensa di partire per Verona direttamente in charter al mattino del giorno della partita, venerdì 13, sbarcando all’aeroporto di Villafranca verso le 11 e facendo ritorno subito dopo la gara, in tarda serata. Ed è questo anche il desiderio dei calciatori. Evitando così di trascorrere la notte in un hotel in ogni caso a ridosso delle zone rosse. Una specie di blitz per la partita, necessario per ridurre al minimo i potenziali rischi. D’altronde, anche se Verona non è zona rossa, lo è buona parte del Veneto. È una opzione, questa, che verrà valutata in queste ore dalla dirigenza: il Napoli si ritrova oggi dopo due giorni di relax concessi da Gattuso. E in verità, come mostrano i post delle wags, qualcuno ha deciso comunque di non restare isolato nelle proprie abitazioni napoletane, scegliendo di trascorrere il fine settimana con amici e lontano da Napoli. Chi, invece, non è potuto tornare a casa è stato proprio il tecnico azzurro: ha scelto, prudentemente, di evitare di rientrare a Gallarate e, visti poi i provvedimenti della notte tra sabato e domenica del Consiglio dei ministri, è stata una scelta saggia.
Canonico e D’Andrea, i medici che guidano lo staff sanitario, hanno invitato i calciatori, ma anche tutti i dipendenti del Calcio Napoli ad avvertire se uno dei sintomi che potesse far temere un contagio da Coronavirus (tosse, febbre, problemi respiratori) fosse stato avvertito anche da un familiare o da qualcuno dei collaboratori stretti dei calciatori (traduttori, segretari, autisti, camerieri e così via). Nulla di questo è successo. Oggi, alla ripresa degli allenamenti, a tutti i calciatori verrà misurata la febbre appena arriveranno al centro tecnico sul litorale domizio. Il Covid-19 fino a venerdì scorso non terrorizzava Insigne e company. La squadra ha avuto un comportamento assai sereno nei confronti della questione sanitaria ma è chiaro che le notizie delle ultime ore hanno cresciuto il disagio in molti: i medici hanno introdotto un vademecum ancor prima dei suggerimenti del gruppo scientifico dei medici sportivi di Serie A: l’introduzione di borracce personalizzate con il proprio numero, il divieto di scambiarsi asciugamani e indumenti, l’invito a non fermarsi con i tifosi per selfie o autografi e così via. Misure straordinarie in giorni straordinari. Ovviamente cambiano anche le relazioni con l’esterno: Castel Volturno si blinda ancor di più e tutte le visite degli esterni sono vietate (ma lo sono già da diversi giorni). Sospesi anche gli incontri organizzati di tanto in tanto con gli sponsor. E cancellate le conferenze stampa della vigilia dei match fino a tempo indeterminato: erano previste, questa settimana, una serie di interviste con la stampa in vista della sfida di Champions con il Barcellona. Annullate, giustamente, anche queste. E proprio tenendo conto della situazione campionato, il club azzurro, nel caso in cui dovesse saltare la trasferta a Verona prevista per venerdì, potrebbe anticipare di 24 ore la partenza per Barcellona: lunedì invece che martedì. Al momento, la Uefa e le autorità sanitarie catalane confermano che la partita verrà giocata regolarmente e a porte aperte. Insomma, siamo davanti a un autentico paradosso: perché il Napoli rischia di fermarsi in Italia, ma come tutte le altre società impegnate in Europa, dovrà continuare in Champions. Perché l’eventuale stop minacciato da Tommasi e dalla Figc, avrebbe peso solo per il campionato italiano e non per le coppe europee. In ogni caso, oggi alla ripresa Gattuso dovrà anche fare i conti con gli infortunati: lo preoccupa, più di tutti, Maksimovic. Il recupero per venerdì è molto in dubbio, peraltro sarebbe meglio non rischiarlo in vista del Camp Nou.