Sì, perché, di solito, chi vince ha sempre ragione. Di solito, i commentatori a caldo si congratulano col vincitore di turno e non azzardano nemmeno qualche rilievo. Di solito, si limitano a qualche minimo accenno critico o a domande tecniche. Ieri sera, invece, finalmente, qualcuno ha avuto il coraggio di criticare apertamente la mediocre prestazione juventina. Sembrava, finalmente, d’essere tornati ai tempi di Boban. E’stato Capello a disapprovare a fondo una Juve, per altro, vincente. E lo ha fatto rivolgendosi anche al vincitore. Non sarà stato capace di vincere o di pareggiare il Napoli, ma la Juve, a tratti, è sembrata inguardabile, costretta a subire gli assalti degli avversari, senza quasi mai riuscire a superare la propria metà campo per quasi tutto il secondo tempo. Glielo ha detto Capello ad Allegri e glielo ha ripetuto: “Così non si vince con l’Atletico” e la vittoria di ieri è solo la cipria che maschera le rughe di due mesi. Da parecchie partite, infatti, la Juventus non convince. Quella del San Paolo, poi, proprio non andava: “Ho visto una Juve brutta, forse la più brutta degli ultimi tempi. Con Pjanic espulso, erano in parità numerica, non sotto di un uomo, ma sembravano in inferiorità numerica. Non riusciva a fare tre passaggi di seguito. La squadra non ha quella voglia, quella personalità… Buttavano via la palla senza sapere dove andasse, sembrava una squadra di provincia..” ha detto Capello. Allegri ha tentato una doverosa difesa d’ufficio dei suoi “ragazzi”, poi ha riconosciuto che nelle parole di Don Fabio c’era qualcosa di vero. Eppure Capello non è un sognatore, un vagheggiatore romantico di squadre aggressive in avanti e debolissime dietro, uno che sputa sul risultato. A dicembre aveva difeso il pragmatismo di Allegri sostenendo che “fare 43 punti su 45 è spettacolo”, però ora forse è un po’ troppo: trattasi sempre di spettacolo, ma non di un bello spettacolo.
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