C’è stato un tempo – nemmeno poi così lontano –
in cui a Napoli la formazione la si poteva recitare a memoria. Come
quelle storiche del passato: l’Inter dei record, l’Italia
dell’82 e così via. C’è stato un tempo in cui
a Napoli non andavano in campo 11 giocatori, ma i titolarissimi:
quelli che rappresentavano esattamente lo stereotipo decantato da
Checco Zalone quando parlava del posto fisso. Sì,
perché loro potevano vivere di mille dubbi e di unica
certezza: la domenica sarebbero partiti dall’inizio. Ecco, quel
tempo non c’è più. Come la prima Repubblica e
come le mezze stagioni. Anche questo sintomo dei tempi che
passano.
Eppure, tanto per cambiare un po’, contro la Juve i dubbi della
vigilia sono quasi ridotti all’osso. Forse non ce ne sono
neppure. Complici assenze più o meno forzate, infatti, Carlo
Ancelotti dovrebbe affidarsi ai suoi uomini di fiducia.
Perché l’allenatore del Napoli è il primo a
pensare (giustamente) che a dispetto dei 13 punti che separano la
prima dalla seconda della classe, quella di domani sarà una
partita da vincere. A tutti i cosi. Ecco perché i quattro di
centrocampo saranno i più scontati (Zielinski e Callejon
sulle fasce, Allan e Fabian in mezzo), così come scontati
sembra anche la linea difensiva falcidiata dagli infortuni. E
allora Hysaj sarà dirottato sulla sinistra, con Malcuit
sulla fascia opposta e la coppia di centrali composta da Maksimovic
e Koulibaly. E poi?
From: Il Mattino.