Il tecnico torna al comando e prova a incollare i cocci di settimane turbolente. Farà da ponte tra De Laurentiis e giocatori: consapevole della necessità di arrivare, anche rapidamente, a un chiarimento
Arriva il “normal one”, con il suo carico d’oro assai “special” e pillole di saggezza che bisogna dispensare in lungo e in largo, tra crepe che s’avvertono, si vedono e che in questo mese si sono dilatate fino ad ingoiare un biennio circa. E’ il Napoli di Ancelotti e ora che il gioco si fa duro, chi ne ha vinte tante – e sa come si fa – si (ri)mette a governare a modo suo, cominciando a spruzzare il buon senso in cifra sufficiente e andando a cercare la scorciatoia per incollare i cocci di queste settimane turbolente, in cui s’è colto il fragoroso rumore d’una rottura (quasi) senza precedenti, a modo suo una fase storica che può rappresentare lo spartiacque tra due epoche.
Il Napoli, che sta per società, e il Napoli, che sta per squadra, sono ormai spaccati, dopo l’ammutinamento del 5 novembre, un “caso” più unico che raro che però in qualche modo va ricomposto: Ancelotti è il collante tra le due anime, l’unico che parli – e ripetutamente – con De Laurentiis e quindi il “collettore” delle emozioni e delle reazioni di un presidente che sta per rientrare da Los Angeles, che sarà (quasi sicuramente) a Liverpool e che dovrà decidere sulle modalità e sull’entità di una multa che potrà (potrebbe) essere simbolica o anche esemplare. Ma tra il Napoli società e i propri calciatori non può esistere divisione, men che meno una rottura prolungata e Ancelotti funge da ponte, consapevole della necessità di arrivare, e anche rapidamente, ad un chiarimento, che cancelli o almeno rimuova ogni tipo di frizione.
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