Si è rilanciato nell’ultimo anno con addosso la maglia del Napoli, ma quella di Stanislav Lobotka è una storia che avrebbe potuto anche vivere strade diverse. Il primo bivio della sua carriera arriva nell’estate del 2013: Stanislav non ha ancora 20 anni ma gli scout dell’Ajax sanno riconoscere il talento anche da lontano e riconoscono il suo. Il Trencin – la squadra slovacca dove è diventato grande – non gli chiude le porte, anzi: così per una stagione Lobotka si trasferisce ad Amsterdam e spera di poter cambiare la sua vita in campo.
Le cose, però, non vanno come previsto. «Forse non era quello il momento giusto per lui» ha detto a distanza di anni Daley Blind, stasera in campo con i lancieri. I due hanno vissuto da compagni di spogliatoio quella stagione nella Primavera dell’Ajax, Lobotka non riuscirà mai ad arrivare in prima squadra: «Aveva tanta concorrenza nel suo ruolo e non è riuscito a imporsi» continua Blind. Che invece ha girato tanto per tornare proprio a vestire la maglia dei biancorossi.
L’amore tra Lobotka e l’Ajax finisce dopo appena un anno: il club olandese lo rimanda in Slovacchia non riscattando il suo cartellino dopo la stagione in prestito. Lo slovacco non fa male, ma gli manca continuità e brillantezza, quella che invece ritroverà a casa: torna al Trencin e lì comincia la seconda fase della sua carriera, tra il trasferimento al Nordsjælland e quello al Celta Vigo. Nel 2020 arriva il Napoli con Gattuso prima e Spalletti poi, e la storia che già tutti conoscono. Stasera tornerà alla Cruijff Arena e lo farà da protagonista: sperando di far ricredere chi non aveva puntato su di lui.