Da Kvaratskhelia a Kim, così il ds Giuntoli scopre i talenti


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È l’estate delle meraviglie. E ora il Napoli se le gode tutte. Mesi, anzi anni, di lavoro raccolti in tre, quattro, cinque colpi che al momento stanno lasciando tutti sbalorditi. Il ds azzurro Cristiano Giuntoli e il suo staff (Pompilio, Micheli e Mantovani) si danno da fare senza fermarsi mai. Non conoscono vacanze, non conoscono riposo. Perché arrivare anche solo con una frazione di secondo di ritardo su un giocatore si può rivelare decisivo.

Giuntoli è metodico. Trascorre dalle 3 alle 5 ore al giorno davanti a uno schermo. Colpa anche della pandemia, certo, perché oggi non si può viaggiare come una volta. Ma poi non è troppo agile volare dal Cile alla Corea, o dalla Georgia al Canada. Il ds del Napoli, invece, riesce ad avere tutto sotto controllo e studia. Studia ogni singolo dettaglio che va anche al di là dell’aspetto tecnico. Non può bastare un dribbling ben fatto o un tiro sotto l’incrocio dei pali: il lavoro dello scouting è generale. Si valuta ogni cosa, anche quella apparentemente meno rilevante. Come l’impatto che può avere un giocatore nel sistema di gioco o nel campionato dove dovrà essere inserito. Bisogna capire la particolarità di ogni calciatore, le varie caratteristiche e poi fare la tara. Un lavoro che può voler dire anche stare settimane a studiare un giocatore, anzi un profilo. Perché chiaramente non può capitare sempre di trovare l’amore a prima vista. Prima di arrivare a Khvicha Kvaratskhelia, ad esempio, sono stati presi in esame decine di calciatori con caratteristiche simili, e la scrematura può richiedere molto tempo. Insomma, anche i vari algoritmi possono essere utili, ma fino a un certo punto, poi serve sensibilità e occhio esperto.

Ma non è tutto. Nell’era in cui non si può essere ovunque contemporaneamente anche il video potrebbe non bastare. E dove non arrivano i propri occhi, devono arrivare quelli delle persone giuste. Quindi non solo video, ma anche contatti. La rete deve essere fitta e formata da informatori o anche più semplicemente amici, dei quali si ha massima fiducia. La soffiata su Kim Min-Jae, ad esempio, è arrivata dalla Cina, quando il centralone coreano era l’incubo di tutti gli attaccanti della Super League. Insomma, molto prima che arrivasse in Turchia al Fenerbahce, Giuntoli e il suo staff erano stati avvisati sulle qualità di Kim e di quanto bene avrebbe potuto fare in serie A. Soffiata giusta, ma anche coraggio: quello di rischiare e andare a prendere un giocatore prima che se ne accorgano gli altri. È stato così per Kim, così come lo è stato per Kvaratskhelia del quale un po’ tutti dicevano un gran bene, ma solo il Napoli si è mosso con decisione per aggiudicarselo strappandolo a una concorrenza che sarebbe potuta essere fortissima. 

From: https://www.ilmattino.it/sport/sscnapoli/kvaratskhelia_chi_ha_scoperto_attaccante_napoli-6884757.html

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