Napoli, quanto sei bello: così Spalletti ha riacceso la passione


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La nuova scintilla è scoccata dopo Verona. Potenza di cinque gol e anche dei tre nuovi giocatori che nelle successive ore Spalletti ha trovato negli spogliatoi. Il Napoli è tornato un amore di squadra dopo mesi di insolito distacco della sua gente. C’era l’altra domenica fame di gol e voglia di fare festa al Maradona, condivisa dai giocatori e dai tifosi che si sono riaccesi dopo la prima vittoria, mettendo da parte le perplessità sull’organico e le polemiche sull’operato di De Laurentiis. A cui non interessa prendersi la scena e, se è rientrato dalle Eolie in anticipo, è stato soltanto per godersi lo spettacolo di una squadra che è in grado di riproporre la Champions come obiettivo. E, magari, di puntare a qualcosa in più: quello scudetto per cui si era battuta fino a un mese dalla fine dello scorso campionato. Le strade della squadra rinnovata e della passione rinata si incrociano. 

Il presidente avrebbe voluto intervenire già nell’estate 2020 ma il post-Covid ha frenato il progetto di restylng tecnico. E così alcuni dei giocatori più importanti – Ospina, Mertens, Insigne e Ghoulam – sono arrivati alla scadenza dei contratti mentre il leader della squadra, Koulibaly, ha portato in dote 40 milioni per coronare il sogno di giocare in Premier League e andare via in anticipo. È evidente che il Napoli non mirava soltanto a ridurre il monte ingaggi (taglio da 110 a 80 milioni, in attesa della conclusione della trattativa Navas). Voleva anche mantenere un alto livello competitivo rinnovando l’organico senza intaccare la qualità. Lo staff coordinato dal direttore sportivo Giuntoli ha piazzato i colpi giusti. In 180 minuti Kvaratskhelia è diventato il capocannoniere e la star della serie A con la sua classe e la sua freschezza. Costo del suo cartellino: 10 milioni. Più alta – il triplo – la cifra investita per acquistare Raspadori e completare l’attacco dopo l’arrivo di Simeone. Che il valore del Napoli non si sia abbassato, al di là delle ottime prestazioni nelle prime due gare, lo conferma il dato sulla rosa: il sito specializzato Transfermarkt la valuta 509,55 milioni, +14,3 per cento rispetto a un anno fa. 

Gli scossoni d’estate hanno turbato un’ampia parte della tifoseria. Serviva tempo. Ne aveva bisogno la società per raggiungere gli obiettivi di mercato che aveva fissato dopo i primi colpi assestati alla fine dello scorso campionato (Olivera, Kvara e il riscatto di Anguissa). Ne ha bisogno Spalletti perché il calendario delle prossime settimane, oltre al primo match Champions, propone trasferte già impegnative in casa di Fiorentina, Lazio e Milan. Quello che colpisce del Napoli al di là della qualità è la determinazione con cui gioca e trascina la gente. Si vede dalle prestazioni dei nuovi ma anche da quelle di Osimhen, a suo agio in questo tridente, e di Zielinski, che vuole cancellare quei mesi così grigi che avrebbero potuto portarlo lontano da Napoli se fosse arrivata l’offerta giusta. E a cucire il gioco di questa squadra bella e aggressiva, dotata del migliore attacco (9 gol su 13 tiri nello specchio della porta: percentuale del 69 per cento), vi è Lobotka, impeccabile regista.

 

Secondo Spalletti, dopo quella sconfitta ad Empoli di fine aprile, si era creato un corto circuito nell’ambiente. Lui, pure abituato alle pressioni di Roma e Milano, non aveva compreso perché una parte della tifoseria si sentisse insoddisfatta per il terzo posto. E questo clima ha ritrovato all’inizio della preparazione, con i veleni scaricati su De Laurentiis e il gelo nei confronti della squadra. Non ha fatto promesse. Ha chiesto tempo assicurando: «Questi calciatori sono ragazzi di cui ci si può fidare: sono seri, hanno a cuore le sorti del Napoli». È la migliore garanzia per questa tifoseria in cui la passione è rinata. Nelle pagine social non si leggono più aspri commenti su De Laurentiis, forti perplessità sulla squadra e profondi rimpianti per chi è andato via, in particolare Mertens. Si è riaccesa la luce azzurra, il lamento ha lasciato spazio al tifo. Si rivede la vera anima dei napoletani, pronti per nuove sfide. Beppe Bruscolotti, vecchio capitano con 511 presenze in azzurro, ha spiegato: «La tifoseria ha rappresentato sempre l’alleato più importante della squadra, aiutandola in tutti i momenti della sua storia. Non era pensabile che restasse distante». Anche Napoli aveva probabilmente bisogno di tempo per capire, per mettere a fuoco il progetto che si è arricchito di giovani che, come ha ricordato Spalletti, non hanno nel loro curriculum presenze in Champions League ma hanno la carica che ci vuole per sconfiggere i pregiudizi di chi aveva messo gli azzurri già fuori dai giochi. La voce dei ragazzi del Napoli è un canto suadente. 

From: https://www.ilmattino.it/sport/sscnapoli/napoli_francesco_de_luca-6884761.html

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