Le sentite anche voi? Io le sento benissimo. Sono le vocine dei mammasantissima e degli espertoni di calcio giocato che ieri pomeriggio, al triplice fischio finale al San Paolo dell’arbitro, già altissime si levavano per dire a tutti «Sì, sì, ok, il Napoli ha vinto sei a zero col Benevento ma era il Benevento, una squadra a zero punti con un attacco decisamente inconsistente e una difesa praticamente inesistente, non ci sta proprio niente da festeggiare, testa bassa e tutti a casa in punizione». Bene, se le sentite pure voi appilatevi le orecchie. Sì, perché è vero che ieri pomeriggio i sanniti si sono presentati allo stadio di Fuorigrotta con la stessa cattiveria agonistica delle giovani marmotte e Reina ha approfittato delle due ore libere per vedere e rivedere dal telefonino di un raccattapalle il gol preso con lo Shakthar. E tuttavia, di questa vittoria azzurra piena e piana prima del big match contro la Lazio ce n’era bisogno come della confessione dei peccati prima della comunione la domenica.
Bisognava assolutamente purificarsi dalla grandissima figura di mmerd rimediata in Ucraina per affrontare la trasferta dell’Olimpico ripartendo praticamente da zero. E il Napoli ha fatto così, è ripartito da zero solo che poi si è fatto prendere la mano ed è arrivato a sei. Tripletta di Mertens, gol di Allan, Insigne e Callejon. Al di là dei due rigori realizzati da Mertens e che tutto lo stadio, Sarri incluso, avrebbe volentieri offerto su un dischetto d’argento al più sfortunato Marek (ieri il portiere del Benevento, Belec, deve aver deciso di concentrare tutti i suoi sforzi solo di lui parandogli qualsiasi cosa tirasse, di piedi e di cresta) particolare rilievo assumono i gol segnati da Allan e Insigne. Il primo perché inaugura la stagione dell’autoerotismo calcistico nel senso che se pure nessuno ti passa la palla allora tu te la prendi da solo sulla trequarti, la verticalizzi, la passi a un altro giusto per fartela ripassare e poi fai gol e il secondo perché dimostra che oltre a Florenzi pure Lorenzino is back.
In questa festa di gol un pensiero chiaramente va ai tifosi sanniti, divisi tra l’amore per la propria città e quello in comune con i napoletani per i colori azzurri. Uagliù, è vero che San Gennaro è nato a Benevento e però l’abbiamo fatto santo noi a Napoli. Al posto suo voi che avreste fatto, jamm?!
From: Il Mattino.