Lorenzo Insigne
“Non è colpa mia se il Napoli perde”.
Di certo é ciò che pensa Lorenzo Insigne quando in lui, viene individuato il capro espiatorio per le sconfitte del Napoli. Napoletani contro napoletani, sono le fazioni che si schierano a favore o contro il calciatore. Partenopeo di Frattamaggiore, a differenza di illustri predecessori, autentiche bandiere come Juliano e Bruscolotti, non riesce a far breccia nel cuore dei tifosi.
Forse colpa dei suoi due procuratori, cattivi consiglieri. Prima onnipresenti ospiti di trasmissioni locali, poi desaparecidos. 5 milioni di euro netti a stagione. Questa la loro richiesta di rinnovo contrattuale durante l’ultimo ritiro precampionato. Realtà o leggenda metropolitana?
Forse colpa di suoi atteggiamenti, considerati da divo. Capelli biondi ossigenati come quelli di suoi più illustri colleghi. Gesti di insofferenza in caso di sostituzione. Ricerca ossessiva del goal, penalizzando il compagno di squadra meglio posizionato. Quel maledetto tiro in corsa che non è la sua specialità, come potrebbero raccontare i raccattapalle posizionati dietro le porte del San Paolo. Quella sua innata capacità di scegliere la cosa peggiore da fare.
Ma quanto è bravo quando riesce a stoppare la palla sfidando le leggi della fisica. Quante é bravo quando rientra e manda in rete il compagno di squadra Callejon. Lo fa sempre, eppure, per l’ennesima volta riesce a beffare il diretto avversario. Ma sono in tanti che nel Napoli lo ringraziano per un passaggio al bacio. Perché Lorenzo, non lo dimentichiamo, é il principe degli assist. Ma quanto è bravo e generoso quando rincorre l’avversario fin la propria area di rigore e gli strappa il pallone dai piedi. E quanto é tifoso quando dalla panchina, si fionda verso il compagno che ha appena segnato, festeggiando come fosse un curvaiolo.
Periodo difficile per Insigne,
che in fin dei conti ha solo 25 anni (qui leggi la sua scheda), e non ha ancora raggiunto la piena maturità. Si può e si deve migliorare ancora. Si può e si deve fare la storia del Napoli.
Non accaniamoci su di lui, ma accompagnamolo verso la gloria, la sua e quella del Napoli. Che tra di loro sono strettamente collegate.