Ma mettiamoci un attimo nei panni di Rino Gattuso. Quest’uomo, dopo il pareggio con il Milan, avrà pensato «Ma io mo’ rivoluziono proprio tutto l’attacco, che tengo a verè, butto in mezzo un poco di genti che non giocano mai, che dicono che vogliono sempre giocare e che sicuramente, pure se l’obiettivo è solo il quinto posto in classifica, tengono genio di spaccare il mondo tipo Milik, Lozano e Politano e mi porto i tre punti a casa da Bologna puliti puliti». E invece. Tanto per cominciare, con tanti galli a cantare là davanti, non solo non è schiarato mai juorno perché alla fine la vittoria è sfumata in un pareggio ma poi, a mettere un pallone nella rete avversaria, è dovuto intervenire da dietro un forestiero e cioè un difensore, Manolas.
Ma poi, cari Lozano e Milik, dove sta tutta questa voglia di riscatto? E, soprattutto, dove sta questo amico immaginario di Milik al quale il centravanti polacco in partenza da Napoli indirizza una quantità abnorme di palloni quando il mister finalmente lo schiera titolare dal primo minuto? Insomma, Gattuso tutta questa ingratitudine non se la meritava. Da Milik si aspettava il canto del cigno e invece ha ricevuto in cambio il silenzio del ciuccio. Eh no, caro Arcadio, accussì nun s’ fa!