È stato pagato 30 milioni la scorsa estate, versando la clausola rescissoria al Betis: un riferimento per tutti, l’idolo dei tifosi. È diventato già un pilastro, un jolly ovunque: promosso da Ancelotti fa sognare il San Paolo
NAPOLI – Nella settimana del compleanno di Diego Armando Maradona, da ieri fiero cinquantottenne, Napoli ha scoperto un piccolo niño de oro: Fabián Ruiz. E sia chiaro: chiedere in prestito il soprannome al re del calcio per una mezzoretta non significa irriverenza, o follia, piuttosto è il tentativo di cominciare a dare una dimensione giusta al colpo del mercato azzurro. All’investimento da 30 milioni di euro che, partita dopo partita, sta giustificando ogni centesimo. Proprio così: superato il problema accusato a inizio stagione, un infortunio muscolare che gli ha fatto perdere quattro partite consecutive, Fabián ha cominciato a giocare. E poi a giocare bene e anche a incantare in campionato e in Champions: tanto che Ancelotti, nonostante i 22 anni, lo ha già definito un gran giocatore. Testuale. Bella soddisfazione, vero? Ma è soltanto l’inizio. E poco importa se Carletto lo schiera a sinistra, a destra o al centro: lui fa tutto bene e con estrema disinvoltura. Con il piglio dei grandi, appunto: la Roja lo segue con estrema attenzione, costantemente, e di questo passo il finale sembra scontato.
L’INFORTUNIO – E allora, la scalata di Ruiz. L’ultima scoperta del San Paolo: il Napoli conosceva perfettamente le sue qualità, tanto da versare al Betis la clausola plurimilionaria senza battere ciglio, ma alzi la mano chi a un certo punto non abbia cominciato a chiedersi il perché di un inserimento così lento. Soprattutto dopo l’ottimo precampionato disputato sin dal primo giorno di ritiro a Dimaro. Il fatto, dicevamo, è che a un millimetro dall’esordio è sopraggiunto un problema muscolare: tra la Lazio e il Milan; tra la prima e la seconda della stagione. Con la conseguenza spiacevole di una frenata brusca fino all’esordio in Champions con la Stella Rossa. La sua prima partita, a Belgrado, dopo un mese preciso di panchina.
JOLLY INTELLIGENTE – Da quella notte in Serbia, senza strafalcioni ma neanche lampi, Fabián non s’è più fermato. Fino a decollare nell’ultimo tris d’assi calati in fila con il placet di Ancelotti: partite super a Udine, a Parigi e con la Roma al San Paolo.
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From: Corriere Dello Sport.