Vanvitelli, Ancelotti sale in cattedra: «Il segreto? Ascoltare i calciatori»


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Una giornata in cattedra. Carlo Ancelotti ha vestito i panni del professore presso l’Università Vanvitelli di Napoli. Una lezione sulla gestione del gruppo e sull’evoluzione delle tecniche di allenamento.

«Il gruppo di lavoro è cambiato. Nel ‘95 in serie B con la Reggiana, alla mia prima esperienza, lo staff era molto più ridotto. Da 22 siamo passati a una cinquantina. Il calcio è abbastanza semplice ma la cosa più complicata è la gestione del gruppo con il quale lavori ogni giorno. È un lavoro di squadra ma ci sono sempre tanti egoismi, perché ognuno è abituato a pensare per sé. Nella gestione di un gruppo è importante l’altruismo. E le relazioni tra le persone deve essere di pari livello. Quando parlo con un giocatore voglio essere al suo stesso piano. Bisogna saper ascoltare, tanti giocatori mi hanno dato consigli importanti. Io posso trasmettere quello che ho nella testa, ma poi sono i giocatori ad andare in campo. Sono convito che più la trasmissione è diretta e più i giocatori saranno conviti. Non c’è un sistema di gioco che vince ma un gruppo di giocatori che vince. Un modo per avere una relazione efficace è la credibilità. Tutti mi chiedono di usare la frusta, ma non è nel mio carattere avere un atteggiamento autoritario. Se uso la frusta non sono credibile agli occhi dei miei giocatori. Non ho avuto gente nella mia esperienza che mi ha frustato. Ho sempre detto ai mie giocatori che non voglio esecutori di ordini. Gli esecutori di ordini sono soldati. E i soldatini non giocano a calcio, fanno la guerra».

From: Il Mattino.

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